Il 21 agosto è la Giornata mondiale degli imprenditori, una data che ha come obiettivo quello di diffondere e promuovere la cultura d’impresa, l’innovazione e la leadership.
Un’opportunità per sensibilizzare aspiranti e giovani imprenditori verso il fare impresa e incoraggiarli a realizzare nuovi progetti.
In occasione di questa giornata, Francesca Polti ci racconta come gestisce l’azienda e dà qualche consiglio.
Cosa significa essere una giovane imprenditrice alla guida dell’azienda di famiglia?
Significa svolgere il proprio ruolo di leader con disciplina e rigore, che non vuol dire creare un clima lavorativo rigido e inflessibile. Mi sento di dire che il valore aggiunto che una donna manager può portare in azienda è proprio la determinazione unita ad un forte spirito di collaborazione, flessibilità, ascolto, tutte condizioni che favoriscono il cambiamento e l’innovazione.
Una delle mie grandi ambizioni è proprio quella di convertire l’azienda che hanno fondato i miei genitori quasi 40 anni fa da una conduzione prettamente familiare ad una manageriale; il rispetto delle procedure è importante, ma senza perdere gli aspetti positivi di un ambiente informale e caratterizzato da flessibilità decisionale.
Qual è il segreto per diventare un imprenditore di successo?
Creare un team affiatato, competente. Essere in grado di trasmettere passione, energia, entusiasmo e determinazione. Motivare e incoraggiare le persone è fondamentale per raggiungere insieme gli obiettivi.
Quali doti deve avere un giovane imprenditore?
Deve essere tenace e determinato, ma al tempo stesso flessibile e sempre in ascolto; deve sapersi mettere in discussione e avere la giusta dose di capacità necessarie a pianificare e raggiungere gli obiettivi.
Quali sono i consigli che ti senti di dare a un giovane che decide di aprire una nuova azienda?
Fare impresa oggi significa avere coraggio e una grande dedizione. Il consiglio che mi sento di dare è di non abbattersi alle prime difficoltà che potrebbero essere viste invece come delle opportunità, senza dimenticare di pensare “da consumatore”, ascoltare il mercato, ascoltare il cliente e innovare. E soprattutto consiglierei di creare una squadra di persone con competenze specifiche, di valorizzarle e motivarle.