Finalmente il sole e il tepore delle giornate di primavera.
E poi… il mare.
Da ieri sera mi sono ritrovata con la squadra, dopo due giorni intensivi di riunioni in azienda, questa mattina sono entusiasta di vivere la prima giornata a stretto contatto con il Team.
Modalità osservazione, apprendimento, vivere ogni attimo: ON.
La giornata inizia molto presto, si parte dall’hotel e, nonostante la tabella di marcia serrata (e di questo scriverò sicuramente!), ci troviamo – in compagnia di almeno altre sei squadre – bloccati nel traffico sull’autostrada per Genova.
La giornata parte ‘in salita’: arriviamo nella festosa Piazza Vittoria solo 40 minuti prima della partenza, in ritardo per parlare con i ragazzi dello stand al villaggio, ho pochi minuti da dedicare al mio appuntamento di lavoro nella zona Hospitality, un saluto veloce a Vincenzo (sì, Nibali!) e al management di RCS e via sul pullman per il transfer all’arrivo.
Guardiamo – con difficoltà per via delle numerose gallerie e del traffico sempre molto intenso – la gara, un pochino su Eurosport, un pochino sulla RAI (per par condicio), inizia la fuga con Mattia Bais ripresa dal gruppo dopo non molto… Nel frattempo lavoro (con difficoltà, per gli stessi motivi di cui sopra!): una telefonata al mio referente in Confindustria Como, una telefonata con la direttrice marketing, allineamento con la mia efficiente assistente Chiara e, finalmente, si arriva a Lucca dove mi aspettano dei clienti, già nella zona Hospitality.
Cammino a passo sostenuto, in mezzo a migliaia di persone, rosa dappertutto, mancano 20km, tre in fuga, Andrea Pietrobon del “nostro” Team Polti Kometa, è con loro, dai che mi godo l’arrivo con un bel caffè SOLO!
Faccio fatica a trovare l’entrata, mi indirizzano obbligatoriamente da un lato della strada, cerco di entrare nell’area Dante, ma scopro che i miei clienti sono nell’area Leonardo e Caravaggio, devo attraversare! Farsi strada tra la folla è un’impresa titanica, sventolo il mio bel pass rosa e gentilmente mi fanno passare, arrivo al cancelletto giallo ma… i corridori sono 4km all’arrivo… non fanno più passare. Mi viene da piangere! Madida di sudore mi allontano, mi riparo all’ombra e apro RAI Play… ed è proprio in quel momento che ‘Pierino’ scatta, parte da solo e va… urlo di gioia. Si forma un capannello di persone intorno a me, un tifo incredibile, lo sentiamo arrivare, sfreccia davanti a noi, velocissimo, mancano 50 metri, urliamo tutti ormai e seguiamo l’arrivo con tensione e il cuore a mille.
Il finale lo sapete, Andrea è arrivato terzo. Benjamin Thomas della Cofidis ha vinto - tirato fino all’ultimo da un altro francese, Enzo Palemi della Groupama - ha preso il nostro Andrea negli ultimi 15 metri.
L’amarezza negli occhi di Andrea è tanta all’inizio, ma poi arriva la soddisfazione di salire sul podio di una tappa del Giro di Italia.
Ci ha fatto sognare, ci ha fatto emozionare, tutti, i telecronisti, i tifosi, lo staff… telefono a mio papà a distanza, non ha più voce – ha urlato anche lui – Ivan, invece, più contenuto, consapevole, orgoglioso; la reazione di Alberto impagabile, vi consiglio di recuperarla su Instagram di Eurosport Italia o Spagna, significativa e rappresentativa. Giacomo (Pedranzini, CEO di Kometa, n.d.r.) e Fran (Contador, fratello di Alberto e altro proprietario del Team) li sentirò con calma oggi, ma percepisco le vibrazioni arrivare direttamente dall’Ungheria (dove il Team Polti Kometa sta disputando il Tour di Ungheria) e dalla Spagna.
A cena c’è un ambiente sereno, disteso, le facce sono stanche ma appaiono felici, sorrisi complici, pacche sulle spalle, faccio le congratulazioni ai ragazzi, tutti bravi (Mattia ha preso il premio della combattività e partirà con il numero rosso nella tappa 6!), un sorriso in più a Lona che è caduto e ha messo dieci punti sul gomito destro, per la cronaca anche Piga è caduto, ma sembra indenne.
Mi siedo di fianco a Stefano Zanatta, il mio mentore, Direttore Sportivo più esperto e lo riempio di domande, ascolto avida le risposte, non tutte condivisibili :-), ma il suo commento su Andrea ci tengo a riportarvelo:
“Si è giocato l’unica possibilità che aveva di vincere la tappa, se fosse arrivato allo sprint direttamente, gli altri sarebbero stati più veloci, invece, ha trovato il momento giusto per provarci (a 800metri, n.d.r.) e si è giocato la sua carta; ha trovato però due corridori esperti, che hanno vinto corse importanti… non possiamo recriminargli nulla, ha fatto tutto quello che poteva fare come da manuale del ciclismo.” Gli chiedo anche un parere sulla squadra fino ad oggi e mi dice, orgoglioso dei suoi ragazzi: “Squadra molto bene, hanno l’approccio giusto, siamo entrati in due top ten, hanno fatto tre, quattro fughe in cinque giorni, stanno dando continuità ad un inizio di stagione già performante dove hanno lavorato bene e che ci ha fatto arrivare pronti al Giro”.
Cosa aggiungere? Null’altro.
Francesca Polti