Reggia di Venaria - 4 maggio, La Grande Partenza
“Franco, ma tu vai ancora in bici?” inizia così la conversazione tra Francesco (Moser n.d.r.) e mio padre Franco, amici da tantissimi anni ormai.
Polti torna in gruppo, dicevamo nel primo articolo, e per mio padre riaffacciarsi dopo 24 anni nel mondo del ciclismo, vivere nuovamente l’atmosfera del Giro di Italia, è stata una pedalata nel passato, un’emozione unica.
Fondatore di un'azienda di successo, uomo fuori dall’ordinario, dotato di una visione e di una leadership che hanno plasmato non solo il suo lavoro, ma anche la nostra famiglia. Il ciclismo è sempre stato una sua passione travolgente, un'emozione che ha segnato profondamente il decennio degli anni '90, quando il Team Polti ha scritto pagine importanti e indimenticabili nella storia di questo sport.
A quei tempi portava i suoi tre figli, ragazzini adolescenti, alle gare, ora ci sono anche i nipoti che guardano attoniti e ammirati le persone che salutano i loro nonni con caloroso affetto.
Nella splendida cornice della Reggia di Venaria, mio padre incontra, in forma, sorridenti, i ciclisti della sua generazione. Hanno ricordato i tempi che furono ma anche parlato del presente, delle difficoltà del ciclismo attuale, delle opportunità, condividendo le avventure in bicicletta e i tanti chilometri che ancora oggi percorrono...
Passeggiando per il gioioso villaggio allestito nel cortile, sorpresa, scopre che nel nostro stand Polti abbiamo esposto anche la maglia del primo Team Polti e si emoziona!
Proseguendo incontriamo Gianluigi Stanga, il mitico Direttore Sportivo del Team Polti, dispensatore di consigli preziosi e di aneddoti piccanti (che mi farò raccontare nelle prossime tappe, n.d.r.), che ha saputo tener testa a mio padre per ben sette anni (impresa non da poco, credetemi!) ed è subito Amarcord.
Gli abbracci continuano (ma non siamo stati abbastanza veloci a scattare le foto!) quando incrociamo chi lo intervistava spesso e con arguzia, ma, sempre, con grande rispetto.
Giornalisti di fama, carriere brillanti che vanno ben oltre la semplice passione per lo sport, sono presenti in questo evento. Si narra che uno di loro conservi ancora la Mont Blanc che il Signor Polti gli regalò ben 25 anni fa durante una convention. Ovviamente, sono solo voci...
Uomini integri prima ancora di professionisti. Persone dalle quali imparare e delle quali fidarsi (di quanti giornalisti vi fidereste, voi?): Pier Bergonzi e Pier Augusto Stagi. In pochi mesi, grazie al legame antico che hanno instaurato con mio padre e che hanno coltivato con Ivan Basso, insieme al loro sincero e profondo amore per il ciclismo, anch'io ho potuto stabilire rapidamente un rapporto di stima e fiducia con quelli che affettuosamente chiamo "i due Pier".
Con Vegni (il direttore di Gara), mio padre ha condiviso aneddoti passati, alcuni molto piacevoli, altri più conflittuali, come l’annosa diatriba sui diritti televisivi che non vengono distribuiti alle squadre, la più significativa, ancora attualmente irrisolta! (cosa dite, vale la pena investigare e scrivere un articolo a riguardo?).
Amico di sempre, Stefano Allocchio, ora direttore di corsa.
Stefano è stato colui che fece appassionare mio padre al ciclismo e che lo convinse a creare la sua squadra, amico di famiglia (i miei genitori furono i suoi testimoni di nozze ed io portai le fedi all’altare…). Il ritorno al ciclismo ci ha fatto reincontrare, l’affetto e la stima è rimasta la stessa.
Ultima emozione della giornata: Stefano gli presenta Ganna, e mio padre sorride, tra i campioni del passato e quelli del presente.
Francesca Polti